Oltre 250 morti per overdose in Italia nel 2018... ma i media raccontano solo la tragedia della discoteca Jaiss di Vinci (FI)
Oltre 250 morti per overdose in Italia nel 2018... ma i media raccontano solo la tragedia della discoteca Jaiss di Vinci (FI)
C'è ormai una distanza abissale tra ragazzi e informazione, che non racconta cosa fanno, come vivono, se per le paure spesso folli di chi giovane non è più, se non quasi sempre per tragedie che non rappresentano la realtà.
Andiamo con ordine. Gli incidenti "del sabato sera" non esistono. Sulle strade si muore h24, soprattutto muoiono gli adulti. Qualche giorno fa ho fatto una analisi precisa dei dati Istat sugli incidenti stradali (è disponibile qui: bit.ly/2ms6NHY): ogni giorno muoiono 9 persone sulle strade in Italia. Se una notte muoiono 2 o 5 ragazzi "dopo la discoteca", non è, purtroppo, una notizia. Si muore di mattina e di pomeriggio, soprattutto con il buio, non di notte (dati Istat).
E in discoteca la droga quasi non c'è. Lo dicono i numeri sulle morti per droga. Ma se una singola tragedia coinvolge una ragazza in una discoteca toscana (il Jaiss di Vinci - Firenze), la notizia domenica 20 ottobre entra in tutti i tg. E' una tragedia, sia chiaro, ma ce ne sono di più grandi numericamente. Ad esempio i mai abbastanza raccontati immani problemi degli adulti con il gioco d'azzardo online le macchinette mangiasoldi (slot machine): gli italiani hanno spesso 106 miliardi in tre anni (dati ADM).
Ma cosa fa il Corriere della Sera venerdì 18 ottobre, qualche giorno prima? Lascia una pagina a Susanna Tamaro che, dall'alto della sua distanza abissale e non conoscenza dei problemi dei ragazzi, inizia la sua pagina intera legando discoteche, eccessi, incidenti... sembra di essere fermi agli anni '80 - '90 e e alle mitiche "mamme antirock".
La realtà delle morti per droga in Italia è un'altra: nel 2018 in Italia ci sono state 253 morti per overdose, di cui 167 per eroina (che nulla ha a che fare con i locali) e solo 9 per mix di alcol e droghe (dati Geoverdose.it). E l'età media dei decessi è alta: 38 anni e mezzo.
Dopo il terribile episodio della Lanterna Azzurra di Corinaldo (6 morti dopo che alcuni criminali hanno creato il panico usando spray al peperoncino in un locale probabilmente troppo affollato), tutte le discoteche italiane sono diventate l'inferno. Sono diventate causa di ogni male possibile.
Il coro stonato dei media in ambito giovanile continua. Si parla dei ragazzi solo quando ci sono problemi di ordine pubblico o tragedie, come se del calcio si parlasse solo quando ci scappa il morto negli scontri tra tifosi.
C'è anche un banale motivo tecnico che chi non lavora con i media stenta a capire: le consuete "stragi del sabato sera" in discoteca avvengono in ore strategiche. Di sabato i politici parlano poco, di domenica riposano, per cui le pagine di giornale, i minuti di TG da riempire e i click da fare online sono di più con meno contenuti. Ovviamente nel weekend anche i giornalisti non sono tutti al lavoro. E allora perché non concentrarsi sui soliti incidenti stradali o rare tragedie che colpiscono tutti, perché la morte di un ragazzo fa male a tutti gli adulti? Il giornalista che sa lavorare colpisce dove sa di 'far male'.
La terribile conseguenza, detto da uno che a 16 anni leggeva e rileggeva Repubblica ogni giorno (lo comprava e lo compra ancora il mio babbo), è che i ragazzi i media li usano pochissimo. Perché conoscono la loro realtà. E' un male perché è solo leggendo e rileggendo che si capisce davvero, rielaborando le informazioni.
Chi ha oggi 16 - 25 anni ha un grande problema mai raccontato: le prospettive per il futuro sono difficilissime. O vinci X Factor o fa l'influencer sennò come fai a campare? Il lavoro è pochissimo, la crisi non molla (...). Di questo, ovviamente, non scrive nessuno, perché le soluzioni sono poche e il lavoro da fare immane. Raccontare amenità invece lava la coscienza ed è facilissimo.
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