Non siamo nati per investire ed è proprio per questo che dovremmo farlo: ecco spiegato perché
Non siamo nati per investire ed è proprio per questo che dovremmo farlo: ecco spiegato perché |
Nel mese dell'educazione finanziaria, Riccardo Spada, ideatore e voce del podcast The Bull, spiega tre motivi per cui investire è un gesto innaturale, ma anche la chiave per vivere con più libertà e far crescere i propri risparmi in modo consapevole |
Milano, 10 novembre 2025 - Fin dai banchi di scuola, la formazione tradizionale prepara a leggere, scrivere, calcolare e conoscere la storia del mondo. Raramente, però, si dedica spazio a un tema che incide concretamente sulla vita di ogni giorno: la gestione del denaro. Così, una volta adulti, molti si trovano disorientati di fronte a concetti come risparmio, investimento e pianificazione finanziaria. Tre motivi per cui l'essere umano non è "fatto" per investire La verità è che investire non è un gesto naturale, ma un piccolo tradimento alla nostra stessa biologia, un atto che richiede di andare contro gli istinti più profondi: rinunciare a qualcosa di certo oggi per ottenere un beneficio incerto domani. E proprio in questa sfida risiede la chiave dell'efficacia dell'investimento. Investire correttamente significa, infatti, imparare a fare qualcosa che il cervello umano, per istinto, direbbe di non fare, ma ogni volta che ci si scontra con quella voce interiore che spinge al consumo immediato si muove un passo avanti per diventare investitori migliori. Di seguito, Riccardo Spada, ideatore di The Bull, il podcast di finanza ed economia più seguito d'Italia, e autore del libro Investire senza dubbi edito da BUR Rizzoli, spiega tre motivi fondamentali per cui gli esseri umani non sono spontaneamente portati a investire e le ragioni per cui, invece, è consigliabile farlo. 1. Il limite biologico: il cervello vive nel presente Il cervello umano è progettato per sopravvivere oggi, non per prosperare domani; per questo una gratificazione certa nel breve termine (spendere, concedersi uno sfizio) è più allettante rispetto a un vantaggio incerto e futuro nato dal risparmio o dall'investimento. 2. Il limite psicologico: le emozioni prendono il sopravvento Quando entra in gioco il denaro, la razionalità cede spesso il passo alle emozioni. La paura porta ad agire nei momenti sbagliati, l'avidità spinge a rischiare troppo, l'eccesso di fiducia illude di sapere più degli altri. 3. Il limite cognitivo: la difficoltà di pensare in percentuali La mente umana ragiona in modo lineare, ma la finanza è fatta di numeri esponenziali. È difficile, ad esempio, immaginare che un investimento che cresce del 10% all'anno possa moltiplicarsi per diciassette volte in trent'anni – eppure è così. Allenare la mente al futuro La buona notizia è che, proprio perché è controintuitivo, investire ripaga chi riesce a farlo bene. Il rendimento finanziario è, in fondo, il premio per chi sa resistere agli impulsi immediati, sopportare l'incertezza e affrontare il rischio con metodo e pazienza. Investire non è solo una questione di conoscenze tecniche, ma un percorso di crescita personale: un allenamento alla disciplina, alla fiducia e alla gestione delle emozioni. Nel mese dell'educazione finanziaria, il libro-manuale Investire senza dubbi e il podcast The Bull (sbarcato recentemente anche in versione video su YouTube) offrono strumenti e riflessioni per avvicinarsi alla finanza personale con un approccio nuovo, semplice e accessibile, con l'invito a guardare alla finanza personale non come a un linguaggio per esperti, ma come a una palestra per allenare la mente: perché imparare a investire, alla fine, significa soprattutto imparare a conoscersi. |
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